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I disturbi psicosomatici sono condizioni mediche influenzate da fattori psicologici ed emotivi. Questi disturbi si manifestano con sintomi fisici, ma la loro origine è collegata a stress, ansia, tensione emotiva o problemi psicologici sottostanti. In altre parole, i disturbi psicosomatici rappresentano l’interazione complessa tra mente e corpo.
Alcuni esempi di disturbi psicosomatici includono:
Sindrome da colon irritabile
i tratta di un disturbo intestinale che si manifesta con dolore addominale, gonfiore e cambiamenti nelle abitudini intestinali. Lo stress e l’ansia possono peggiorare i sintomi;
Dolore cronico
persistente senza una causa fisica evidente, anch’esso spesso influenzato da fattori emotivi e psicologici;
Alopecia psicogena o alopecia da stress
consiste nella perdita di capelli in concomitanza a periodi particolarmente stressanti, generalmente dopo 2-4 mesi dall’evento stressante. Bisogna distinguere l’alopecia psicogena dalla tricotillomania (disturbo caratterizzato dall’irrefrenabile impulso di tirare e strappare i capelli dal cuoio capelluto).
Acufene
è la percezione di un suono (fischi, ronzii, fruscii, battiti, ecc.) in assenza di sorgenti esterne. È un fenomeno frequente, ma solo per il 2% crea problemi. Non vi sono farmaci specifici per l’acufene, essi sono utilizzati per l’ansia e lo stress;
Disturbo somatoforme
è un disturbo i cui sintomi fisici non possono essere spiegati da una condizione medica nota, ma sono comunque reali per il paziente;
Psoriasi e altre malattie della pelle
condizioni cutanee come la psoriasi possono essere aggravate dallo stress e dalle tensioni emotive;
Cefalea tensiva
mal di testa causato da tensione e stress emotivo è un esempio di disturbo psicosomatico.
È importante notare che la presenza di fattori psicologici nei disturbi psicosomatici non significa che i sintomi siano immaginari o non reali. Al contrario, i sintomi sono generalmente fisicamente avvertiti, ma la loro origine è legata a fattori emotivi o psicologici. Il trattamento di tali disturbi spesso coinvolge approcci che integrano la gestione delle componenti fisiche e psicologiche.
Alcuni principi chiave per il trattamento dei disturbi psicosomatici sono legati a schemi comunicativi inefficaci o disfunzionali con sé stessi e gli altri. Si modificano queste dinamiche comunicative per promuovere un cambiamento positivo. Tenendo conto delle risorse del paziente si vanno a potenziare le risorse interne del paziente, attraverso stratagemmi e tecniche che, permettendo di fronteggiare stress ed affrontare le difficoltà, rendono il paziente consapevole delle proprie capacità e capace di sviluppare una prospettiva più positiva e risolutiva.
Chi soffre dei disturbi psicosomatici?
Chi soffre di disturbi psicosomatici tende ad avere manifestazioni corporee di disagio legate a tensioni psicologiche sottostanti. Pertanto, si cerca di individuare queste tensioni per intervenire con strategie specifiche che interrompano il circolo vizioso alimentato e mantenuto vivo dal comportamento che il paziente mette in atto con la modalità di rispondere alla vita.
Interrompendo il circolo vizioso, iniziando a compiere piccole azioni miranti a cambiare lo stile di vita del paziente, si interviene anche sul sintomo psicosomatico. Cambiando la prospettiva sui problemi il paziente riesce a percepire le situazioni stressanti da un punto di vista diverso: si va a rompere il sistema percettivo-reattivo rigido disfunzionale attraverso nuovi comportamenti che gradualmente vanno a modificare la reazione psicofisiologica associata al disagio.
Ciò è possibile tenendo conto di ciò che accade nel presente e identificando quello che potrebbe essere il più piccolo segno che indichi la via della risoluzione.
Invece, concentrarsi eccessivamente sul passato o sul futuro diviene un modo per contribuire a mantenere i disturbi psicosomatici.
Il paziente che non riesce a far nulla per migliorare il suo stato emotivo, né per far svanire il sintomo manifesto, prova un senso di impotenza espresso attraverso il problema somatico che “parla”. Il corpo col malessere comunica l’impossibilità di cambiare un passato irritante o doloroso che non c’è più e/o il timore o le ansie di andare verso un futuro ignoto.
L’efficacia dell’approccio può variare da persona a persona. La scelta dell’approccio terapeutico dipende da diversi fattori, tra cui la natura specifica del disturbo psicosomatico e le caratteristiche individuali del paziente. Tuttavia, intervenendo in maniera pragmatica, in maniera efficace ed efficiente, facendo uso di strumenti e tecniche focalizzati utili a sfruttare le risorse del paziente e a rendere collaborativi anche quelli più resistenti, si riescono ad ottenere risultati rapidi in grado di essere mantenuti nel tempo.
Come si curano i disturbi psicosomatici?
Il nostro trattamento si basa su di un protocollo che può essere svolto in presenza e/o a distanza (online). I dati rilevati dalle osse
rvazioni cliniche dimostrano che entrambe le modalità funzionano rapidamente e che i risultati desiderati sono permanenti.
Già dal primo incontro, oltre all’indagine diagnostica, avanziamo ipotesi operative utili a disegnare insieme a chi ha sintomi psicosomatici la strategia da mettere in atto: condividiamo con chi soffre di questo disturbo strumenti e tecniche che, generalmente in un percorso di una decina di sedute, porta all’eliminazione della sintomatologia e a trovare modi efficaci per gestire le situazioni stressanti e le proprie emozioni.
Di solito, già dopo le prime sedute che avvengono a distanza di due settimane l’una dall’altra, si percepisce un maggior controllo emotivo: la persona impara a riconoscere i segnali dello stress e come mantenere un sano equilibrio, senza arrivare a star male.
La cura dei disturbi psicosomatici
Le fasi del percorso sono:
1° fase à La diagnosi intervento che ci permette di riconoscere il problema. A questo punto si mette a punto una strategia, realizzabile grazie a strumenti e tecniche elaborati ad hoc e focalizzati;
2° fase à Si apprende a gestire i sintomi, che possono essere provocati da situazioni di rabbia, di dolore o di paura. Si avvertono i primi segnali di sblocco della situazione problematica. Il cambiamento diventa più evidente tra la seconda e la terza seduta. Ciò incoraggia e perciò la persona si sente motivata e procede;
3° fase à si consolidano i risultatati ottenuti. Questa è una fase di notevole importanza, poiché, interiorizzando il cambiamento permesso dall’applicazione degli strumenti appresi, muta completamente il modo in cui si vive. In questa fase aumenta l’intervallo tra una seduta e l’altra (una volta al mese);
4° fase à si ha il monitoraggio dei risultati raggiunti. Si incontra la persona per qualche volta dopo tre mesi, successivamente dopo sei mesi.
I primi risultati giungono già nelle prime sedute, mediamente in un numero di sedute limitato (circa una decina), nella maggior parte dei casi si completa il nostro percorso terapeutico.
Obiettivi della Terapia
Il nostro obiettivo principale consiste nel restituire alla persona che soffre di questi disturbi la capacità di affrontare adeguatamente e più serenamente la propria vita.