BLOCCO DELLE PERFORMANCE, PAURA DEL FALLIMENTO E ANSIA DA PRESTAZIONE

Chi ha la paura del fallimento “non risica, per questo non rosica”.

Chi ha paura di fallire sente di essere bloccato ed evita. Chi evita per paura di fallire, sebbene si senta salvo nell’immediato, poi finisce per subire dal suo evitamento, perché nel tempo la paura di fallire fa sentire al sicuro solo quando si resta bloccati. La rinuncia è un suicidio quotidiano” diceva Honorè de Balzac.

Rinunciare per paura di fallire, procrastinare per l’attesa di un momento propizio che non arriva mai, sono modalità che fanno sentire salvi nell’immediato, ma subito dopo lasciano che l’ansia si faccia ancora più largo di prima. Questo in un ciclo senza fine, infatti chi ha paura di fallire per evitare questa spiacevole sensazione, nel momento cruciale reitera con l’evitamento. Non si vince perché non si gioca. Si crea un circolo vizioso: evitamento che alimento evitamento.

In altri casi, l’essere stati bloccati per tanto tempo per paura di fallire potrebbe indurre a reagire per recuperare il tempo perso, per cui crescono le aspettative. Il desiderio di far bene, di recuperare, inducono ad esagerare intensificando impegno, sforzi, attenzioni, ma essendo se il ritmo è insostenibile si finisce per schiantarsi contro la realtà che lascia delusi. In questo caso si cade in un altro circolo vizioso, quello dell’illusione, delusione, depressione.

La paura del fallimento può indurre al blocco delle performance relative: al lavoro, alle attività quotidiane, allo sport o alle attività fisiche, allo studio, alla creatività, ecc.

Un uomo con gli occhiali sta guardando un computer portatile

Foto di Francisco De Legarreta C. su Unsplash

Cos’è il blocco delle performance

Chi ha il blocco delle performance o ansia da prestazione, in genere, non accetta di fare errori e cerca di fare tutto in maniera perfetta, cerca di dare il meglio di sé testardamente, Chi ha il blocco della performance aumenta la sua attenzione, si stressa, cerca gli errori, controlla quello che intende fare, ma poi non riesce e ha la conferma di non essere capace, quindi si convince che è meglio evitare di fare.

 

Chi soffre del blocco delle performance e d’ansia da prestazione?

Il blocco delle performance, in generale, si riferisce ad un ostacolo o a un rallentamento nelle prestazioni di un sistema o di un processo. Possono sperimentarla: atleti o individui che vedono diminuire le proprie prestazioni fisiche a causa di affaticamento, di lesioni o altri fattori; artisti (musicisti, attori, ecc.) con difficoltà nel produrre il loro lavoro in modo efficace o soddisfacente; creativi o intellettuali con difficoltà a generare idee o a produrre lavoro di qualità.

Il blocco delle performance o ansia da prestazione può riguardare il perfezionista costantemente alla ricerca delle condizioni ottimali per raggiungere il successo, senza riuscirci; l’atleta che evita di disputare la sua competizione, che si ritira, che non riesce ad esprimere appieno il proprio potenziale; lo studente che ad un certo punto della sua carriera, anche se preparato ed essersi impegnato, evita l’esame; il venditore che non riesce più a raggiungere il suo goal; la persona di successo terrorizzata all’idea di parlare in pubblico, un’attività che precedentemente svolgeva con disinvoltura; il dirigente che evita di delegare per avere il controllo su tutto.

Il blocco delle performance o ansia da prestazione può essere di natura relazionale, sessuale o emotiva.  Chi evita di mettersi in gioco con persone che considera “troppo per sé”, quindi non all’altezza dell’altro, chi si rifugia nella relazione più rassicurante, chi si limita a vivere lamentandosi di ciò che non ha e che ha perso. Spesso, il blocco è causato dall’inesperienza, dalla mancanza di conoscenza su come affrontare determinate situazioni, dalla scarsa fiducia dovuta al senso di inadeguatezza che scatena la paura del fallimento. Una persona col blocco delle performance o ansia da prestazione non agisce, o non rende come potrebbe. In queste situazioni, spesso, sono proprio i tentativi messi in atto per risolvere ciò che sembra aiutare nell’immediato che consolidano il blocco.

 

I tentativi di soluzione di chi ha il blocco della performance

I tentativi di risolvere il problema messi in atto da chi soffre di blocco delle performance o ansia da prestazione che possono contribuire al persistere o all’aggravarsi del problema sono:

  • l’evitamento di situazioni che nel lungo termine contribuiscono a rinforzare il timore facendo sì che la persona eviti sempre più situazioni simili;
  • il controllo malriuscito che genera ansia, poiché la persona cerca di gestire ogni aspetto della situazione temuta senza riuscirci e finendo per provare un senso di incapacità;
  • parlare con persone vicine non competenti, dai quali arrivano consigli generici e superficiali che lasciano intatto il problema;
  • chiedere aiuto per cercare di farcela, senza riuscirci;
  • cercare rassicurazioni, divenendo emotivamente dipendenti;
  • mettersi alla prova e forzarsi, esponendosi così ad un sicuro fallimento;
  • razionalizzare e ricercare informazioni che lasciano immutata la situazione;
  • procrastinare senza affrontare mai direttamente la paura.

Questi sopra elencati sono i tentativi di soluzione fallimentari più frequentemente riportati, però non si esclude che possa esservi anche qualche altro tentativo di soluzione.

Blocco delle performance o ansia da prestazione: la paura di fallire

La paura di fallire e l’ansia da prestazione possono influenzare vari aspetti della vita. Si sperimenta un insuccesso iniziale e sorge il dubbio sulla propria abilità e preoccupazione che ciò possa ripetersi. Nonostante gli sforzi per rimediare i tentativi non portano a soluzioni concrete.

Chi soffre di ansia da prestazione, simile a chi ha fobie, può ritrovarsi intrappolato in un circolo vizioso di pensieri negativi come “non sono pronto” o “non sono sicuro, lo farò la prossima volta”. Questi pensieri alimentano comportamenti di evitamento, che a loro volta rafforzano l’ansia e la paura di non farcela, allontanando sempre di più dai propri obiettivi.

In questo contesto sorge il desiderio di controllare ogni dettaglio, di essere estremamente preparati e di avere un controllo assoluto sulla situazione. Tuttavia, questo approccio spesso porta a una sensazione di artificialità, trascurando aspetti importanti e generando ulteriore ansia. La ricerca dell’auto-controllo può trasformare ciò che dovrebbe essere naturale in qualcosa di costruito e innaturale.

L’intenzione di impegnarsi di più o di essere più rigorosi con se stessi, nella speranza di essere più preparati la prossima volta, può trasformare un’attività piacevole in un tormento. L’eccessivo impegno può portare a un circolo vizioso di ansia e ripetizione degli errori.

Parlare con parenti, amici, colleghi o perfetti sconosciuti, può essere un tentativo di trovare comprensione, sollevare un peso o cercare aiuto, ma spesso ci si accorge che gli altri non comprendono appieno la situazione, non riescono a trovare la forza interiore necessaria per affrontare la sfida.

uomo in giacca nera e pantaloni neri che trasporta zaino in bianco e nero che cammina sul marciapiede durante

Foto di Benjamin Disinger su Unsplash

Affrontare il blocco delle performance o ansia da Prestazione?

Un approccio efficace ed efficiente che consente il superamento del blocco delle performance o ansia da prestazione in tempi brevi (mediamente meno di 10 sedute) è quello praticato presso l’OCD Clinic di Ancona.

Negli ambiti sportivi e aziendali di élite è ampiamente riconosciuto che atleti di spicco e top manager utilizzino una varietà di tecniche, tra cui respirazione, yoga, meditazione, e ipnosi, per ottimizzare le loro performance. Tuttavia, non esiste ancora un modello universalmente applicabile e efficace che produca risultati concreti al momento desiderato.

Per vincere è necessario trasformare la mente, il successo è una scelta consapevole. I grandi campioni comprendono che la chiave del successo risiede nel gioco mentale, il quale possiede un potere straordinario. Emerge chiaramente che l’unica costante in questo mondo è il cambiamento (vedi: cavalcare l’onda del cambiamento di Papantuono e Portelli, 2023).

L’approccio terapeutico che sfrutta in modo unico questa costante, rifacendosi ai costruttivisti della scuola di Palo Alto, alle tecniche di ipnosi di Milton Erickson e agli stratagemmi dell’antica filosofia Cinese, ha elaborato tecniche e strategie per utilizzare il cambiamento intrinseco presente in ogni individuo. Questo approccio garantisce prestazioni elevate nei settori sportivi, aziendali e manageriali.

Per coloro che desiderano superare il blocco delle performance, per superare i disturbi legati all’ansia da prestazione, per trasformare i propri limiti in risorse e migliorare le proprie performance in qualsiasi ambito della propria vita, l’approccio strategico breve offre modalità di intervento particolari. Forniamo strumenti concreti che consentono di raggiungere risultati tangibili già dopo poche sedute, senza la necessità di indagare approfonditamente sul “perché” del problema.

L’approccio strategico breve si sviluppa seguendo due vie parallele: tecniche specifiche per affrontare la Paura e Ridurre l’Ansia; sono implementate tecniche mirate a contrastare la paura e a ridurre l’ansia; personalizzazione delle tecniche in Base alle Caratteristiche del Blocco; sviluppo di tecniche ed esercizi adatti alle specifiche caratteristiche del blocco, che la persona metterà in pratica tra un incontro e l’altro.

Gli incontri, generalmente, si svolgono ogni due settimane, l’esperienza indica che lo sblocco nella maggior parte dei casi avviene entro la seconda o terza sessione.

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Foto di the blowup su Unsplash

Come intervenire in caso di blocco della performance

Il circolo vizioso può essere interrotto chiedendosi: “Cosa posso fare per peggiorare la mia situazione?”, la risposta a questa domanda fa scoprire che la situazione peggiorerebbe ulteriormente continuando in quello stesso modo, ovvero cercando la perfezione, facendo sforzi per evitare errori.

L’antidoto per queste persone consiste in una manovra paradossale: compiere volontariamente qualche piccolo errore, fare qualche piccola azione concreta nella direzione di ciò che si teme, ricercare un rifiuto. Questo per indurre la persona ad esperire e apprendere che bisogna fallire, perché come fa notare il famoso cestista Michael Jordan si può vincere tutto, come ha fatto lui, solo se si fallisce tante e tante volte. A questo proposito Thomas Alva Edison Io non ho fallito 5.000 esperimenti. Ho avuto successo 5.000 volte, gli insuccessi mi hanno insegnato che quei materiali non funzionavano.

Il fallimento diventa parte del processo di crescita, della creatività, un modo per apprendere, diventa un passo verso il successo, non una sconfitta. Il fallimento insegna e orienta verso nuove opportunità.

 

Un caso: gestione della paura di parlare in pubblico

Una donna manager ha assistito al collasso di un collega durante un discorso pubblico a causa di una crisi d’ansia. Da quel momento, ha sviluppato una profonda paura di trovarsi nella stessa situazione e ha manifestato terrore nel parlare in pubblico.

Il principio guida per affrontare questa ansia consiste nel comprendere che il tentativo di controllare le proprie funzioni fisiologiche può portare a un ulteriore squilibrio anziché al controllo desiderato.

La soluzione proposta in questo caso è stata quella di spostare l’attenzione della donna durante le sue performance pubbliche da un eccessivo controllo di sé a un altro fenomeno. Le è stata impartita una semplice prescrizione da seguire alle prossime presentazioni in pubblico, specialmente durante convention manageriali.

Prima di iniziare la presentazione, le è stato consigliato di dedicare l’ora precedente a rievocare le peggiori fantasie e paure connesse alla sua performance. In questo modo, concentrando l’ansia iniziale, si prevede che essa diminuirà notevolmente durante l’esposizione. Al momento di parlare, le è stato suggerito di dichiarare apertamente ai colleghi: “Cari colleghi, desidero scusarmi in anticipo se durante questa presentazione potrò mostrare segni di imbarazzo, sudorazione o perdita del filo del discorso. Sono molto emozionata.” Successivamente, è stata incoraggiata a procedere con la sua relazione senza ulteriori preoccupazioni.

 

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