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Le ossessioni e le compulsioni, solitamente, vanno di pari passo, tantoché si parla di Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC).
Tuttavia, alle volte, possono esservi o solo le ossessioni (essere omosessuale, farsi e/o far male, essere posseduto da demone, ecc.), che possono variare di volta in volta configurandosi sotto forma di dubbi ossessivi, o solo le compulsioni (comportamenti impulsivi, di cui non si ha il controllo).
Mentre le ossessioni sono pensieri e/o immagini ricorrenti, irrefrenabili, persistenti e spaventosi, le compulsioni sono comportamenti impulsivi ricorrenti messi in atto nei momenti di tensione, quindi avente il fine di sedare ansie più o meno esplicite.
Foto di Paige Cody su Unsplash
Ossessioni: il Dubbio ossessivo patologico
L’ossessione-compulsiva
L’ossessione compulsiva, anche quella nei soggetti in età evolutiva (ragazzi e bambini), nei manuali diagnostici è riconoscibile con la denominazione di Disturbo Ossessivo-compulsivo. Noi, qui, invece, nei casi di ragazzi e bambini che vivono questo disagio, parleremo solo di ossessione-compulsiva.
Anche in questi soggetti, però è possibile distinguere l’ossessione-compulsiva basata sul piacere (dipendenza, che può essere con e senza sostanza: certi cibi, sigarette, marjuana, smartdrug, giochi online, ecc.) e l’ossessione-compulsiva basata sulla paura (di perdere il controllo, di non piacere o essere perfetti, di essere contaminati), su cui ci soffermeremo in questa pagina.
L’ossessione-compulsiva basata sulla paura
L’ossessione-compulsiva è costituita dall’insieme di pensieri di cui si ha paura e, a cui si reagisce con le compulsioni, ossia con comportamenti impulsivi che inizialmente sembrano far star meglio, quindi utili. Comportamenti, che però nel tempo prendono il controllo sulla persona che cerca di controllare la sua fonte di ansia: la paura.
Chi ne soffre, generalmente, può cercare di ignorare o sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, per questo può tentare di neutralizzarli con qualche altra attività mentale (preghiere, conteggi, formule frasi o parole ripetute a bassa voce o a mente) o con comportamenti (lavaggi, riordino, controlli). Dunque, anche le compulsioni possono essere o mentali (preghiere, ripetizioni di frasi e/o parole, ecc.) e/o azioni (lavaggi, movimenti, ecc,).
Tali attività mentali o comportamenti, messi in atto per mettere a tacere la paura, solitamente hanno la funzione di propiziare o prevenire che qualcosa accada/non accada, o anche di riparare, per rimediare a ciò che è accaduto.
Le compulsioni, inoltre, possono essere messe in atto un certo numero di volte, che di solito nel tempo cresce, o un numero magico. Altre volte, invece, possono essere messe in atto fin quando si ha raggiunge la sensazione di essere soddisfatti: puliti, in ordine, in controllo.
Un’ulteriore distinzione è data dai rituali magici (movimenti o frasi senza senso) o razionali (lavaggi).
Il bambino con l’ossessione del controllo
È un piccolo paziente che tenta di sedare la sua paura di perdere il controllo, caratterizzante i suoi pensieri più spaventosi, col controllo ripetuto (compulsione). Ad esempio, ripetutamente può controllare: di aver chiuso la porta di casa prima di uscire; di aver chiuso il gas prima di andare a letto; di aver seguito tutti i passaggi di una procedura; di aver espletato tutti i bisogni fisiologici prima di uscire; di aver pulito tutto dopo aver fatto qualcosa; di conoscere bene il percorso da compiere per far fronte ai possibili bisogni e/o i luoghi dove intende andare; ecc. Con la costante ricerca del controllo questi bambini comunicano a sé stessi di essere inaffidabili e di essere costantemente in pericolo. Temono di essere in balia dell’ignoto, allora controllano, ma poi effettivamente si ritrovano persi proprio a causa degli estenuanti controlli che sono costretti a fare. In sintesi, per avere il massimo del controllo finiscono per perderlo completamente.
Foto di Michał Parzuchowski su Unsplash
Il bambino con l’ossessione dalla perfezione
È un bambino ossessionato dall’ordine e/o dalla paura di compiere errori. Questi bambini e/o ragazzi hanno un ordine mentale, un’idea di perfezione che cercano di perseguire, ordinando sé stessi, gli oggetti intorno, l’ambiente circostante, ecc. Rincorrono l’idea della perfezione senza mai raggiungerla. Quando cercano la perfezione si illudono di poterla ottenere, poi però restano delusi e allora di solito incrementano i loro rituali per essere perfetti. Essi, ritenendo possibile la perfezione, si dannano, allora reiterano, riprendendo a: rivedere, riordinare, correggere, ecc. Il circolo vizioso nel quale si intrappolano, alimentato dalla ricerca della perfezione, crea in loro una grande sofferenza, poiché si sentono condannati. Questi bambini per avere l’ordine “fuori” vivono e creano disordine “dentro”.
Il bambino con l’ossessione della contaminazione
È un bambino ossessionato dalla paura di essere contaminato e/o di contaminare. Avendo una ideale di pulito, questi bambini e/o ragazzi cercano di raggiungerlo a tutti i costi: fanno lavaggi e lavaggi per raggiungere quello che pensano. Tuttavia, dopo le prime volte, risulta insufficiente ciò che funzionava all’inizio, per cui sentono di dover aumentare i rituali per sedare l’ansia. Nell’assecondare l’esigenza di pulire/pulirsi si ritrovano a compiere i rituali, come si diceva sopra, possono essere fatti: un certo numero di volte (serie o numero magico) o fin quando si ha la sensazione di essere puliti, e possono essere o razionali o anche magici.
Ancora, talvolta, però, questi soggetti evitare di fare/dire/pensare per non ritrovarsi in quelle situazioni nelle quali sentono di essere contaminati. Anche così, però, la situazione peggiora perché si riduce lo spazio d’azione.
Intervento e cura per il disturbo ossessivo compulsivo nei bambini
Quando sono i bambini a mettere in atto comportamenti compulsivi è preferibile la terapia indiretta (clicca qui per leggere di cosa si tratta).
Lavorare con genitori ed educatori, oltre ad evitare che il bambino si auto-percepisca diverso dagli altri e a stigmatizzarlo, consente di arrivare a risultati in tempi più rapidi. I genitori, in quanto figure significative e maggiormente presenti, possono intervenire ogni qualvolta osservano il comportamento compulsivo da estinguere nel loro bambino. In più, possono fornire feedback più attendibili rispetto a quelli che potrebbe riportare il bambino. Il terapeuta in questo modo può avere una visione più oggettiva dei cambiamenti e l’evoluzione del caso.