TIC, SMORFIE E STEREOTIPIE INFANTILI

I tic nervosi riguardano soprattutto i bambini, ma possono essere presenti anche negli adulti. Si tratta di movimenti sui quali il bambino sembra non riuscire ad avere controllo, sembrano movimenti involontari fuori controllo, con una vita propria.

Nel DSM-5, all’interno della categoria dei disturbi da tic, sono incluse quattro tipologie specifiche: Sindrome di Gilles De la Tourette (tic composti da movimenti motori e vocalizzi anche particolarmente complessi), Disturbo cronico da tic motori e vocali (tic motori o vocalizzi, non simultanei), Disturbo transitorio da tic e Disturbo da tic non altrimenti specificato (presenza di tic motori singoli o multipli e/o di tic vocali per brevi periodim almeno quattro settimane e non più di 12 mesi consecutivi).

Foto di messa a fuoco selettiva del bambino che gioca al cubo di attività

Foto di Markus Spiske su Unsplash

I diversi tipi di tic

I tic nervosi, le smorfie facciali e le stereotipie nei bambini si presentano maggiormente nei momenti di particolare tensione, spesso quando vengono avanzate loro richieste da parte degli adulti o di altri bambini (compiti, giochi difficili, ecc.), ossia richieste che provocano stress, imbarazzo, ecc. Durante questi momenti vi è un incremento dell’ansia che inficia sulla capacità di controllo. E’ in questi momenti che i tic nervosi e le stereotipie diventano più frequenti e intensi.

Il tic nervoso può essere un movimento (del collo, delle spalle, degli occhi, del viso, smorfie, delle labbra, degli occhi…) e/o una vocalizzazione (colpi di tosse, sussurri, schiarimenti di gola, suoni col naso, ripetizione di parole o frasi), più o meno articolati e rapidi, un comportamento stereotipato.

 

Le reazioni ingenue degli adulti

La reazione al tic nervoso da parte di coloro che non riescono a non metterli in atto consiste nel cercare di controllarli contenendoli. Così facendo si sforzano, si stressano e finiscono per perdere ancora di più il controllo che cercano di esercitare.

Invece, gli adulti che interagiscono con bambini che manifestano tic nervosi, spesso ingenuamente, con le migliori intenzioni finiscono per esacerbare la presenza di queste espressioni nervose (tic motori, vocali e stereotipie) spesso innocue e passeggere, specialmente in età evolutiva.

Quando l’adulto osserva nel bambino stereotipie comportamentali, la presenza di tic, si preoccupa e va in ansia, allora reagisce: con allarmismi, con correzioni per bloccare il tic nervoso, con l’indifferenza, con spiegazioni al figlio per fargli capire l’inutilità del movimento, con privazioni, impedendo o riducendo le situazioni pubbliche spesso per imbarazzo, con continue ricerche su internet per capire meglio quello che fa il figlio, aggiungendo attività per tenere impegnato il bambino, con la speranza che accada il miracolo nel tempo. Questi ed altri comportamenti ancora, dal nostro punto di vista alimentano il tic nervoso e la stereotipia, pertanto l’interruzione di questi tentativi di soluzione fallimentari sarebbe già un primo passo terapeutico per ridurli.

donna che indossa un maglione bianco che porta una figlia

Foto di Sai De Silva su Unsplash

Come interveniamo?

Bisogna premettere che logica sottostante ai tic è una logica non ordinaria di tipo paradossale, pertanto l’intervento è efficiente segue lo stesso tipo di logica.

Infatti, il terapeuta, in una fase preliminare d’indagine, insieme agli adulti che richiedono l’intervento, valutano: la natura specifica dei tic, le probabili situazioni scatenanti, i fattori di stress, gli eventuali fattori che possono influenzarli positivamente o negativamente e le risorse presenti del bambino e nell’ambiente.

Successivamente, terapeuta e adulti concordano la strategia ed elaborano le tecniche da mettere in atto.

In genere, si indica agli adulti di richiedere al bambino, per un certo di numero di volte al giorno e al bisogno, lo stesso comportamento da estinguere: il tic. In questo modo si ha una sorta di cortocircuito, poiché si rende volontario e indotto, un’azione involontaria e automatica. Quindi si richiede al bambino di fare e rifare il tic con una certa regolarità (es. ogni ora, poi ogni due ore, ogni tre ore, ecc.) e al bisogno. Col passare dei giorni l’intervallo di tempo tra una richiesta e l’altra diverrà maggiore. Già dopo le prime volte, mettendo in atto questa tecnica nella maniera adeguata, l’adulto osserva una drastica riduzione dei tic, i quali, nel tempo si riducono fino a scomparire del tutto.

 

 

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