📍Via Luigi Cadorna, 5, 60123 Ancona AN
In età evolutiva parlare di disturbo, dal nostro punto di vista, per una serie di ragioni è sconveniente: si evita di patologizzare comportamenti in rapida evoluzione, data l’età dei soggetti; si evitano etichettamenti; si evita di creare il caso del malato; ecc….
I bambini che hanno difficoltà sociali, frequentemente, hanno paura di non riuscire, di essere rifiutati, giudicati: temono di soffrire e si proteggono evitando.
Foto di Annie Spratt su Unsplash
Come intervenire per permettere ai bambini di superare le loro difficoltà sociali?
In questi casi, valutando l’efficienza dei casi affrontati e risolti in tempi brevi (mediamente 7/8 incontri), iniziare con l’intervento indiretto, ovvero attrezzare gli educatori (genitori, insegnanti, nonni, ecc.) con strumenti adeguati ad intervenire, diventa il modo più rapido e proficuo per ottenere i risultati più duraturi.
Perché intervenire con i genitori nel caso di difficoltà sociali con i bambini?
- Per la capacità e la volontà di collaborare da parte del genitore;
- Perché ha la possibilità di osservare ed intervenire ogni qualvolta la situazione lo richieda;
- per ridurre il rischio che il bambino si percepisca come malato e/o che si consolidi questa idea nel caso l’avesse già;
- per ristrutturare la percezione di chi sta intorno ed innescare così una serie di effetti a catena anche negli altri ambienti di vita del bambino.
Quali sono i comportamenti messi in atto dai bambini con difficoltà sociali?
In genere, il bambino con difficoltà sociali che ha paura di interagire con gli altri bambini, con estranei (insegnanti ed altri adulti), tende ad evitare, si isola, è taciturno, protesta e piange se si sente costretto a partecipare, si allontana. Il bambino con difficoltà sociali ha un atteggiamento di chiusura, cerca di restare nella sua comfort zone: preferisce l’adulto ai coetanei, resta nel suo mondo sicuro, dove si sente protetto.
Foto di Vitolda Klein su Unsplash
Cosa può fare l’adulto in presenza di una difficoltà sociale del bambino?
L’adulto (genitore, insegnante, ecc.), viene addestrato ad agire come un coterapeuta, durante un percorso di terapia indiretta (clicca qui per saperne di più). L’adulto, essendo parte attiva e costante del sistema nel quale è inserito il bambino, avendo modo di agire quotidianamente col bambino, in presenza di quei comportamenti segnali della difficoltà sociale del bambino può intervenire in maniera tempestiva e mirata ogniqualvolta il comportamento-sintomo si presenta.
Gli strumenti forniti all’adulto che interagisce con un bambino che presenta difficoltà sociali, elaborati tenendo conto delle specificità del caso, consentono un’esposizione graduale al bambino fino a permettergli una vita sociale sana e soddisfacente.
Per una maggiore efficienza è opportuno che gli strumenti forniti all’adulto aggirino le resistenze e le paure del bambino: funzionano meglio e più velocemente quando consentono al bambino di affrontare le sue paure senza farci caso e senza timori, come cita un antico stratagemma cinese, solcando il mare all’insaputa del cielo .