FOBIE INFANTILI E PAURE DEI BAMBINI

Avere paura e reagire alla paura, aiuta, migliora: la paura rende audaci. Però, quando la paura esiste anche in assenza di alcuno stimolo che possa giustificarla, e persiste nel tempo, allora si può ipotizzare che sia un segnale a cui fare attenzione.

È frequente che i bambini abbiano paure o fobie. Si può temere ogni cosa: oggetti, persone, animali, situazioni, ecc.

Nei bambini svolgono una funzione, per cui sono sane, un esempio è dato dalla paura dell’estraneo intorno ad un anno,  , Tuttavia, le persone affette da fobie possono superarle completamente. Possiamo involontariamente contribuire a creare le nostre fobie. L’evitamento è un fattore importante nel mantenimento delle nostre paure più comuni. Le fobie possono essere una paura persistente e intensa di determinati oggetti, situazioni, persone o luoghi. Le fobie specifiche sono legate a determinati oggetti e situazioni. L’immaginazione umana è così creativa che può far nascere la paura di qualsiasi cosa: cani, gatti, aerei, vento, nuvole, arrossire, relazioni e così via.

Anche nei bambini la paura si snoda essenzialmente lungo uno spettro che va dalla paura pura, che è una fobia o reazione fobica, alla paura con qualche forma di controllo, nota anche come disturbo ossessivo-compulsivo, fino ad arrivare al controllo assoluto dell’ossessione e della mania.

ragazza che si copre il viso con entrambe le mani

Foto di Caleb Woods su Unsplash

La causa della paura dei bambini e delle fobie infantili 

Esistono molti possibili fattori scatenanti la paura nei bambini, alcuni di essi sono interni, altri esterni. La paura di arrossire, di tremare, di farsela addosso e altre ancora, sono create dalla mente del bambino, invece quelle generate dagli stimoli esterni possono essere: la paura di animali (serpenti, ragni, insetti vari, ecc.), dello sporco, di alcune persone, di particolari luoghi, ecc. Queste ultime, sembrano più razionali, perché sono quelle che effettivamente possono ferire o mettere in pericolo il bambino.

La paura (fobia) paralizza sempre di più il bambino, lo rende sempre più incapace e dipendente dell’aiuto e/o delle rassicurazioni degli adulti.

Dalle nostre pubblicazioni (Papantuono e coll. 2017; Gibson, 2021; Nardone, 2005), i problemi psicologici tendono a presentarsi in modo predittivo e ridondante, spesso seguendo lo stesso schema, come nel caso degli attacchi di panico e dell’agorafobia.

Per queste due reazioni fobiche in particolare, osserviamo comunemente i pazienti utilizzare tre tentativi di soluzione disfunzionali: 1) evitare qualsiasi situazione che possa scatenare la loro paura, 2) cercare aiuto e rassicurazione da parte di altri, che servono solo a sfidare le loro stesse risorse, e 3) tentare di controllare forzatamente la loro risposta biologica, che non fa altro che scatenare la reazione stessa che stanno cercando di sopprimere.

Questi tentativi infruttuosi di controllare la situazione portano a una crescente perdita di controllo sulle proprie paure. In termini di tempo, in pochi mesi, questi tentativi di soluzione fallimentari creano un problema psicologico rigido e un evidente disturbo.

Questa risposta fobica e il modo in cui viene creata dai tentativi di risolvere inconcludenti strutturano e alimentano il problema nel quale anche il bambino rimane intrappolato.

La paura di ritrovarsi di fronte all’oggetto temuto, l’anticipazione di imbattersi nel pericolo seppure la situazione sia temuta sia lontana o addirittura quasi del tutto irrazionale, automaticamente attiva i tentativi di soluzione fallimentari: l’oggetto fobico innesca una sorte di ossessione. A questo punto la paura cresce ancora di più, per cui non è più necessario essere in presenza della paura, poiché basta pensarci per creare la risposta fobica.

fotografia in scala di grigi del bambino accanto all'albero

Foto di Katherine Chase su Unsplash

Come intervenire quando domina la paura?

La paura può essere trattata efficacemente, “semplicemente” interrompendo il circolo vizioso ridondante in cui la persona è intrappolata. Teoricamente sarebbe facile, però nella pratica, soprattutto il bambino fobico fa molta fatica ad interrompere di mettere in atto le sue tentate soluzioni: gli evitamenti, le rassicurazioni e le richieste di aiuto. A giocar contro vi è la tendenza di ogni sistema, dunque anche di noi esseri umani e di ogni sistema vivente, a resistere al cambiamento, anche quando questo cambiamento può essere benefico. Proprio per questa ragione, anche nei casi di paura, prediligiamo il lavoro indiretto coi genitori, almeno nelle prime fasi del percorso.

 

Riferimenti

Gibson, P. (2021) Le 12 trappole mentali più comuni. Scienza strategica.

Gibson, P. (2021). Sfuggire alla trappola dell’ansia. Scienza strategica.

Gibson, P. Portelli, C., Papantuono, M. (2022). La clinica del disturbo ossessivo compulsivo. Un nuovo approccio alla comprensione e al trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi, tra cui abbuffate, bulimia e vomito. Scienza strategica

Clarke, D., Beck, A.T. (2018) The Anxiety and Worry Workbook: The Cognitive Behavioral Solution. Guildford Press.

Gibson, P. (2021) Sfuggire alla trappola dell’ansia. Ossessione, panco, paura e fobia. Strategic Science Books.

Nardone, G., Portelli, C. (2005). Conoscere attraverso il cambiamento.

Papantuono M., Portelli C. (2023). Cavalcare l’onda del cambiamento.

Papantuono M., Portelli C., Gibson P. (2017). Vincere senza combattere.

 

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