TRADING ONLINE: L’ILLUSIONE DI UN LAVORO

Un’ulteriore illusione è quella di crearsi un lavoro online, un’illusione che in  molti casi raddoppia quando si pensa che possa essere una scorciatoia per arrivare facilmente ad un guadagno. Si resta delusi però quando si comincia a perdere, quando si scopre che quello che si pensava in realtà non era altro che un “gioco” ingannevole teso dalla nostra mente.

Resta impigliato più facilmente in questa trappola chi, dopo qualche “operazione” andata più o meno a buon fine, crede di aver trovato il lavoro perfetto e la soluzione ai suoi problemi. Socialmente il trading è considerata una professione, un’attività sofistica che si discosta dal gioco online.

La società informatica offre le maggiori prospettive di crescita. In particolare, l’EC (Electronic Commerce) facilita le attività commerciali e le transazioni per via elettronica, come la commercializzazione di beni e servizi, la distribuzione on-line di contenuti digitali, l’effettuazione di operazioni finanziarie e di Borsa, appalti pubblici e altre procedure di tipo transattivo della pubblica amministrazione.

una persona che tiene una moneta davanti a un computer

                         Foto di Art Rachen su Unsplash

Dipendenza dal trading online

Come ogni cosa, anche il trading on-line può diventare una dipendenza se si perde il controllo: rientra nella famiglia dei disturbi legati ad Internet. Il trader in fase iniziale agisce con le dovute cautele ponderando le sue mosse e quelli che dovrebbero essere i suoi “investimenti”. Spinto a prepararsi per agire, è eccitato dal desiderio di guadagnare tanto e subito, ma anche dalla tensione provocata dalla paura di perdere. Di solito, paura e desiderio si alternano, fino a cortocircuitare. Questo o dopo una serie di operazioni andate a buon fine o dopo una serie di operazioni andate male. Allora “naturalmente” si pensa: “non può mica andare sempre… (… bene …male”. E’ allora che il trader cade in trappola e perde soldi, valori, buoni propositi, conoscenze, è allora che il trading diventa un “gioco” pericoloso, siccome non si riesce a fare a meno. Allora è facile che si vada in crisi e si continui ad operare e a perdere. In alcuni casi diventa difficile accettare che l’emotività possa prevalere sulla ragione, allora reitera mettendosi alla prova; altri, per cercare di avere un maggior controllo finiscono per perdere il controllo e la necessaria attenzione, compiendo poi errori sostanziale; altri ancora per la smania di recuperare prima possibile il capitale perso raddoppiano, pongono degli “stop” vanno oltre i loro limiti.

Di solito pensano: «Devo fare più attenzione, devo studiare meglio mercati e andamenti, devo avere maggiori informazioni». Ma, siccome Il denaro non dorme mai (film di Oliver Stone, 2010) e i mercati sono attivi notte e giorno, la maggior parte dei trader staccano quando sono sfiniti e perdono freddezza e lucidità. In preda all’impulso irrefrenabile del “gioco” perdono il self control; per cui, nei momenti topici, anche chi sarebbe capace ed ha le conoscenze necessarie, reagisce meccanicamente e in maniera inadeguata, diventa un automa vittima di sé. Paradossalmente, per andar meglio si fa peggio.

Al trader, che in quei momenti di solito è solo di fronte al suo PC, basta un click per compiere diverse transazioni in breve tempo ma, agendo compulsivamente, anziché lasciarsi guidare dalle competenze e dalla ragione, finisce per seguire l’irrefrenabile impulso. Pertanto, il rischio di perdere in quelle circostanze aumenta in maniera smisurata. Si diventa come i giocatori d’azzardo, ai quali la maggior parte si rifiutano di essere paragonati. Sia il trader sia il gambler sono incapaci di porsi dei limiti, la dipendenza impedisce loro di capire quando fermarsi

dipendenza dal trading

Foto di Elisa Ventur su Unsplash

Intrappolati nella rete del trading online

Il Trading, che può avvenire anche compiendo operazioni in Borsa, è una trappola anche più subdola e molto più pericolosa del gioco d’azzardo. A differenza del gambler, il trader per quello che fa non è assalito dai sensi di colpa. Di fronte alla perdita, il gambler si sente in colpa perché ha giocato, perché ha il viziaccio di giocare e a livello sociale è uno che ha bisogno di cure. Chi fa trading, da sé stesso, ma anche da chi sta intorno, a livello sociale è legittimato. A quest’ultimo si attribuiscono capacità e competenze che inducono a ritenerlo intelligente (Nardone, Cagnoni, 2002). Il trader ha l’illusione che il successo dipenda esclusivamente dalla sua abilità, dalle strategie che ha appreso, dal suo controllo (fino a quando c’è); perciò, capita che trascuri l’aspetto emotivo che può toccare chiunque nei momenti topici. I trader ignora o sottovaluta le ragioni che rendono quello che fa così tanto appassionante e accattivante. Il trading on-line è un processo che parte da una base estremamente razionale in cui la disciplina ha un ruolo di primaria importanza. È indispensabile che l’investitore sia dotato della capacità di mantenere un certo equilibrio per guidare un investimento finanziario. Ma tenere il controllo (fare analisi tecniche, osservare regole, calcolare i rischi, attenersi ai propri buoni propositi, decidere) per un tempo prolungato può affaticare, inficiare le capacità decisionali e di valutazione, generare stress. Allora, per evitare di perdere, bisogna evitare di perdere il controllo, dunque diventa necessario riconoscere e sapere come gestire il fattore emotivo. Le contemporanee scariche di adrenalina e di endorfine fanno provare al trader paura mista a eccitazione (Nardone, Cagnoni, 2002). La paura è legata alla possibilità di perdere il denaro da investire, ma questa viene repentinamente scansata dall’ansia di perdere un buon affare o di rimanere esclusi da un mercato o. Alcune volte, nonostante queste sensazioni, il guadagno arriva ugualmente. Ciò alimenta la credenza quello che si fa sia un lavoro diverso dal gioco d’azzardo e la presunzione che il successo sia merito proprio, mentre l’insuccesso causato dalla sfortuna. Questo aumenta i rischi. Per guadagnare si pensa e si agisce in modo irrazionale finendo nella spirale in cui si alternano paura ed eccitazione euforica. I ricercatori clinici affiliati al Centro di Terapia Strategica (2002) affermano che, quando il successo non è controllato, emerge una sensazione di infallibilità e si prendono decisioni sempre più ardite, quelle che portano a perdere anche ciò che non è quantificabile e a cui si tiene maggiormente.

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